Fluoridated Bodily Fluids

Gentlemen you can’t fight in here – this is the war room

About

To see what is in front of one's nose needs a constant struggle. (G. Orwell)

Data originale blosxom: Mercoledi 6 Aprile 2005

Quando uno va a vedere un film in turco con sottotitoli in lingua semi-sconosciuta (olandese), non dimostra molto discernimento.. a meno che il film non sia quasi un muto, come in questo caso. Con questo non voglio affatto dire che sia un brutto film, anzi.. solo che la densita’ di dialoghi e’ simile a quella di 2001: Odissea nello Spazio, il che per qualcuno che non li puo’ comprendere non e’ stato proprio un male.
Oltre al dialogo che scarseggia, un’altra caratteristica di Uzak e’ di non avere una vera e propria storia, ma di essere soprattutto uno scavo psicologico dei due protagonisti, della loro solitudine ed incapacita’ (contingente?) di ridurre la distanza fra loro e col mondo esterno, nonostante l’abbondanza di occasioni (condividere lo stesso appartamento, vivere in una grande citta’): non per nulla il titolo inglese e’ Distant.
Tutto questo, assieme col ritmo molto lento e con molte scene apparentemente insignificanti non lo rende un film facile, esponendolo all’accusa di essere noioso. Pero’ alla fine del film conosciamo i due protagonisti molto meglio che non se avessero parlato per due ore consecutive, ed evidentemente questo e’ cio’ che il regista si proponeva.
I due attori protagonisti (M. Ozdemir ed E. Toprak) forniscono un’interpretazione memorabile, aiutati dai bellissimi e tristi paesaggi di una Turchia (specialmente di Istanbul e del Bosforo) invernale, spesso innevata, che contribuiscono alla malinconia che pervade ogni scena.
Un film bellissimo, ma da evitare se si vuole spegnere il cervello o se si e’ un po’ depressi.

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