Fluoridated Bodily Fluids

Gentlemen you can’t fight in here – this is the war room

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To see what is in front of one's nose needs a constant struggle. (G. Orwell)

Claudio (forse l’unico lettore di questo blog) mi fa notare due argomenti che i fautori dell’austerity portano a favore della sua versione UK:

  1. Avrebbe tenuto bassi i tassi di interesse;
  2. Spingerebbe le persone a cercar lavoro anziche approfittare dei sussidi.

Nell’ultimo post stavo pensando a come refutare queste due affermazioni (che dal mio punto di vista sono emerite fregnacce).

Ora parlero’ solo della prima: per mia fortuna  Krugman e’ venuto in mio aiuto con un modellino analitico (vedi anche questo follow-up sulle conseguenze) che sintetizza e chiarifica quel che pensavo. In particolare, fa notare che una “perdita di confidenza” in un Paese  ha conseguenze diverse a seconda del suo status monetario:

  • se il Paese non ha una moneta propria (ad es. i PIIGS attuali; ma anche l’Argentina prima di sganciarsi dalla parita’ col dollaro), avremo necessariamente un aumento dei tassi di interesse (meglio: dello spread nei confronti dei titoli di Paesi piu’ affidabili)
  • se il Paese (come il Regno Unito) ha una moneta propria, la sua Banca centrale puo’ mantenere inalterati (o addirittura abbassare) i tassi di interesse svalutando la moneta (cosa che potrebbe anche avere effetti espansivi per l’economia “reale”)

Un esempio da manuale di quanto sopra e’ dato dal grafico(1) qui sotto. All’inizio degli anni ’90 l’Italia stava nello SME, che imponeva di mantenere il cambio lira-marco (linea blu, scala a destra) entro una banda ristretta (attorno a 740 lire per marco): la situazione era simile a quella dell’attuale zona euro, poiche’ non si poteva agire sulla leva del cambio. Quando nel 1992 il “mercato” (ad es.: George Soros) decise che la lira (e la sterlina) eran sopravvalutate (per cui cominciarono le vendite di lire in cambio di marchi), lo spread(2) balzo’ da circa il 4% ad oltre il 9% (linea rossa, scala a sinistra). Vista la mala parata il governo italiano (cosi’ come quello inglese) usci’ dallo SME e nel giro di pochi mesi la svalutazione monetaria riporto’ lo spread ai livelli pre-crisi.

Crisi 1992

In questo momento il Regno Unito ha la sterlina, non l’euro; inoltre il cambio e’ libero di fluttuare. Quindi – tralasciando la distinzione fra tassi a breve termine (completamente determinati dalla banca centrale) ed a lungo termine (su cui la banca centrale ha un’influenza limitata) –  Cameron sta cercando di prendersi il merito per le politiche attuate dalla Banca d’Inghilterra, anche di quelle – come il quantitative easing - che vanno in direzione opposta all’austerity propugnata dal suo governo.

Forse potremmo dire che l’austerity ha stabilizzato la sterlina. Ma in primo luogo non si capisce se questo sia un bene (vedi di nuovo quel che dice Krugman: una svalutazione della sterlina aiuterebbe l’economia reale inglese). Ed in secondo luogo, probabilmente questo rispecchia piu’ la debolezza di tutti (specie dell’area Euro) che non la forza dell’UK. Nel grafico qui sotto si vede che dall’insediamento del governo Cameron (maggio 2010) la sterlina ha guadagnato qualcosa sull’euro (linea rossa), ma e’ rimasta stabile rispetto al dollaro (linea blu) ed ha perso qualcosa sullo yen (linea verde).

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NOTE (1) I grafici sono stati realizzati sul sito del database FRED (Federal Reserve Economic Data). (2) Lo spread in questo grafico e’ la differenza fra i rendimenti dei titoli a breve termine (treasuries) emessi da Italia e Germania; quello che in questo periodo viene comunemente citato dai giornali si riferisce invece a titoli a lungo termine (decennali).

One Response to “Confidence Fairy, UK edition”

  1. mmh, interessante, mi chiedo a questo punto pero’ perche’ qua nessuno (ne’ l’opposizione, ne’ i media) mette in dubbio questo assunto. i labours tutto quello che dicono e’ che i tagli sono stati fatti troppo in fretta, non che la politica di austerity sia sbagliata.. c’e’ da dire pero’ che in inghilterra se non mi sbaglio il famoso deficit/pil era sopra il 6% (!!) alla fine del governo Brown, qualcosa andava fatta

    tuttofaunpomale2

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