Qualche anno fa la trilogia di Millennium (Stieg Larsson) mi ha spinto a leggere altri thriller/noir svedesi. Dopo qualche ricerca, avevo optato per La principessa di ghiaccio, l’opera piu’ nota di Camilla Läckberg. Ma in biblioteca non l’avevano (anzi, era fuori e c’eran gia’ 2-3 persone che l’avevan prenotato), cosi’ ripiegai su “L’uomo al balcone” della coppia Sjöwall-Wahlöö, che mi inizio’ all’ottima serie del commissario Beck (magari ne scrivero’ un’altra volta).
La Läckberg fini’ nel dimenticatoio fino alla scorsa settimana, quando in un’altra biblioteca mi sono imbattuto nel suo libro.
L’ho finito ieri: chiaramente il peggior libro svedese che io abbia letto finora. Se la storia principale sta a galla, il resto e’ un colabrodo: sub-plot banalissimi, stereotipi sparsi a piene mani (forse perche’ l’autrice “ha lavorato diversi anni nel marketing”?), scrittura piattissima, continui cambiamenti di prospettiva usati per generare pseudo-suspence, generalmente a sproposito.
Giudizio sintetico: 3.5/10; oppure, Claudietto-style, una stellina.
cattivissimo! ma l’ho letto anch’io qualche tempo fa un libro della Läckberg e mi ricordo che i personaggi mi erano sembrati un po’ delle macchiette, anche se la storia non era pessima. Il piu’ grande mistero di questi libri e’ come facciano certi autori mediocri a diventare cosi’ popolari. O per spiegarmi meglio, ci saranno almeno altri 1000 autori al mondo che scrivono thriller come o meglio della Läckberg, il perche’ proprio lei diventi famosa e’ cio’ che mi sfugge
claudiopaga
agosto 12th, 2013