Fluoridated Bodily Fluids

Gentlemen you can’t fight in here – this is the war room

About

To see what is in front of one's nose needs a constant struggle. (G. Orwell)

Ponderoso tomo di Giancarlo Galli. Da dimenticare.

Visto il sottotitolo (Politica, economia & finanza dall’era Fazio al “grande crac”) si sarebbe sperato in una cronaca delle vicende bancarie italiane degli ultimi anni, non certo avara di avvenimenti (dai default di Parmalat, Cirio ed Argentina all’Unipol di Consorte, a Fazio, Fiorani, “furbetti del quartierino” e vicenda Antonveneta; e chi piu’ ne ha piu’ ne metta) che magari arrivasse fino agli inizi della crisi finanziaria di questi anni.
Invece mi son ritrovato una specie di storia delle banche e dei banchieri/finanzieri italiani (gli gnomi del titolo), a partire da prima dell’unita’ d’Italia.

Il pregio principale e’ che la tesi fondamentale della narrazione sembra ragionevole: l’Autore cerca di inquadrare gran parte delle vicende storiche nel contesto di un conflitto fra laici-liberali (Mattioli della Comit, Cuccia di Mediobanca) e cattolici (Banco Ambrosiano; Bazoli di Intesa-San Paolo): piu’ che plausibile.

Ma ci sono moltissime pecche nel libro:

1) Il sottotitolo e’ posticcio: le pagine dedicate agli ultimi 5-10 anni sono meno della meta’; quel che e’ peggio, anche queste spesso rinunciano ad esporre i fatti per dedicarsi a “rivisitazioni” generali basate su interviste compiacenti (e compiaciute) coi protagonisti!

2) La narrazione si perde in troppi rivoli e rivoletti: buona parte del testo e’ articolato prima come una serie di mini-biografie (capitoletti di 4-5 pagine) dei vari banchieri, poi come una serie di “riassunti” di interviste con alcuni gnomi. Scelta dispersiva che rende difficile “seguire il filo”.

3) la parte cronachistica non e’ solo ridotta, ma anche scarsamente accurata. Cito qualcuno dei (molto piu’ numerosi) svarioni che ho trovato:

  • si lascia intendere che fra il 1840 ed il 1846 la Francia fosse governata da Napoleone III; mentre Luigi Napoleone fu eletto presidente solo dopo la rivoluzione del 1848, e prese il titolo imperiale solo nel 1852 (p. 49);
  • si definisce “inedita” la coalizione di pentapartito del governo Goria del 1987, quando questa “formula” era stata quella di (quasi) tutti i governi dei 5-6 anni precedenti (p. 150);
  • parlando di Antonveneta, si afferma che il suo attivo era di 50 miliardi (forse confondendolo con l’ammontare dei depositi; o aggiungendo qualche 0 alla cifra reale), cosa palesemente assurda se la valutazione di 6,64 miliardi di cui parla 9 righe dopo e’ “da capogiro” (p. 325).

In se’ stessi, questi sono lapsus non eccessivamente gravi; ma, appunto, sono numerosi (e di sicuro me ne sono sfuggiti molti). Cosa che getta fortissimi dubbi su tutto il libro: come posso fidarmi di quel che scrive un Autore che commette errori “fattuali” a ritmo da primato?

4) Infine, il difetto principale del libro e’ il suo tono agiografico-apologetico, ben riassunto da una “dichiarazione spontanea” dell’Autore stesso (p. 354):

[..] al narratore, nessuno si scandalizzi, i banchieri italiani risultano al tirar delle somme, piuttosto simpatici. Non fosse altro per quella loro mondana improntitudine a dichiararsi su un versante “indipendenti dalla politica” (mentre in realta’ menano i politici per il naso); fautori e paladini di un bene comune, di un interesse nazionale, di una difesa del risparmio che li terrebbe svegli anche la notte (mentre, dopo avere tosato, si gratificano anche quando sbagliano).

insomma, i banchieri italiani gli sono simpatici perche’ ci tosano. Questo da uno dei co-fondatori del “Gruppo Cultura Etica Finanza“. C’e’ bisogno di aggiungere altro?

Post Scriptum
Per completezza, penso ci siano tre brevi brani significativi che meritano di essere trascritti “a futura memoria”:
- A p. 43:

Quando, nel 2005, gli olandesi dell’Abn-Amro si sono mossi alla conquista della Banca Antonveneta [...] accadeva di sentir argomentare da cattolicissimi banchieri e prelati: “Gli olandesi? Ricordiamoci da dove provenivano gli untori della peste manzoniana..”

- A p. 168 (frase di Daniele Vimercati a Mino Martinazzoli):

Onorevole, lei e’ persona che verrebbe voglia di votare per impegno e serieta’, ma appena apre la bocca! Fosse un prete, le affiderebbero le messe dei morti.

- a p. 183 (nota 2), riguardo a Geronzi, attuale presidente di Mediobanca (l’unico gnomo che persino Galli non riesce a far uscire immacolato dal suo libro):

il giudice bolognese Alessandra Arceri di Bologna [sic] motivo’: “Di tutt’altro spessore e afflittivita’ avrebbe potuto e dovuto essere la misura riservata a Cesare Geronzi, [...] considerata la sua inclinazione delinquenziale specifica. [...] Un uomo che sfruttando una incommensurabile potenza ha reiterastamente [sic] commesso crimini di gravita’ inaudita mostrando la piu’ totale insensibilita’ nei confronti di chi ne sarebbe stato la vittima piu’ indifesa, il popolo dei risparmiatori”.

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