Fluoridated Bodily Fluids

Gentlemen you can’t fight in here – this is the war room

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To see what is in front of one's nose needs a constant struggle. (G. Orwell)

Un post (neanche troppo recente) del buon claudietto mi da’ esplicitamente dell’ex-blogger e mi accorgo che sono passati oltre 2 anni dal mio ultimo post.
Oggi ho deciso di rompere il digiuno (sperando non sia un episodio isolato) con un post su una materia di cui mi sono interessato parecchio negli ultimi mesi/anni: l’economia.

Il trigger viene (via Phastidio) da un world economic outlook dell’IMF che stima che il “moltiplicatore” fiscale sia ben piu’ alto (tra 0.9 ed 1.7) di quanto comunmente assunto in precedenza (0.5).

Chevvordi’, diranno i miei 2.5(???) lettori?
Vuole dire che le politiche di “austerita’” sono self defeating, destinate a fallire per via del loro stesso feedback negativo.

Mi spiego. Il “moltiplicatore” e’ il rapporto fra la variazione del PIL dovuta ad una variazione della spesa pubblica e l’entita’ della variazione stessa (poco importa se la variazione sia ottenuta agendo sulle tasse o agendo sulle spese). Per esempio: un taglio di spesa (o un aumento delle tasse) di 1 miliardo di euro di euro produce una riduzione del PIL, perche’ coloro che ricevevano/non pagavano quel miliardo (fossero essi pensionati o consiglieri regionali del Lazio) non ce l’hanno piu’ e non possono piu’ spenderlo; chi forniva beni e servizi (cibo, medicinali, costumi da centurione ecc.) a costoro riduce i suoi incassi, per cui ha meno soldi da spendere.. e cosi’ via. Il moltiplicatore “sintetizza” tutti questi effetti.

Ora prendiamo il caso dell’Italia (PIL~1700 miliardi, debito pubblico ~2000 miliardi, spesa pubblica ~ 800 miliardi, deficit pubblico ~70 miliardi) e supponiamo di fare una manovra da 70 miliardi per arrivare al pareggio di bilancio.
Se il moltiplicatore fosse quello “vecchio” (0.5), la manovra causerebbe un calo del PIL di 35 miliardi, mentre se fosse 1.2 (al centro del range stimato dall’IMF) il calo sarebbe di 84 miliardi.
Se assumiamo che in assenza di manovra il PIL sarebbe cresciuto dell’1% (ovvero di 20 miliardi) – grasso che cola, di questi tempi – il primo moltiplicatore comporta una riduzione del PIL di 15 miliardi , che salgono a 64 miliardi se il moltiplicatore corretto fosse il secondo. Il che significa:
1) che il rapporto debito/PIL aumenta: nelle assunzioni iniziali avevamo 2000/1700=117.6%, ma con moltiplicatore 0.5 passiamo a 2000/(1700-15)=118.7% e addirittura 2000/(1700-64)=122.2% con moltiplicatore 1.2;
2) che le entrate fiscali sono molto inferiori alle previsioni (la pressione fiscale italiana e’ vicina al 50%; per cui un calo del PIL di 64 miliardi implica un calo delle entrate fiscali di 30-35 miliardi), rendendo necessaria una manovra che chiuda il buco causato dalla prima.

Quando sentite che “la X-landia non ha fatto abbastanza ed il suo rapporto deficit/PIL e’ fuori controllo”, ricordatevi di questo post: probabilmente, la X-landia ha assunto troppa “medicina”, non poca.

PS: Questo NON significa che bisogna continuare a foraggiare gli sprechi (i soldi recuperati tagliando ad es. i centurioni potrebbero essere spesi in 1000 modi piu’ utili) ne’ che tagliare la spesa pubblica sia impossibile (al momento, quasi: ma non quando l’economia “tira” e/o e’ possibile abbassare il costo del denaro per controbilanciare gli effetti del moltiplicatore).

One Response to “Moltiplicatori”

  1. bene bene, avrei dovuto mettere il punto di domanda dopo l’”ex”! ottimo post, pero’ ad esempio qua in inghilterra giustificano la politica d’austerity dicendo che i tagli hanno tenuto bassi gli interessi sul debito, che altrimenti sarebbe schizzato alle stelle pesando ancora di piu’ sui costi futuri. l’altro argomento che usano e’ che i tagli ai benefits spingono la gente a cercare lavoro (o ad inventarsene uno) piu’ attivamente, e che quindi hanno alla lunga un effetto positivo. ciao!

    tuttofaunpomale2

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